The girl at the empty table.

Cassie & Diane | 20 Ottobre 2020

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  1. QueenNorin
     
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    - Terry Pratchett - A Hat Full Of Sky.

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    Non so dire quando io e Kira abbiamo iniziato ad allontanarci, quando il nostro rapporto si è raffreddato, portandoci quasi al limite di due estranee. Il fatto che poi che ci troviamo in due stanza diverse nel dormitorio non mi aiuta, prendendosi una fetta di tempo in cui sono ignara di ciò che lei fa o con chi è in compagnia. Se si facesse degli amici al Kadic sarei ovviamente felice, però non a costo che questo rovini la nostra amicizia/sorellanza, non permettendomi di mostrargli quanto gli voglio bene. Ricordo vagamente del polverone che all'orfanotrofio avevo alzato per far si che la facessero adottare con me. Non accettavo di abbandonarla, andarmene con dei nuovi genitori mentre lei avrebbe dovuto aspettare. Ho sempre avuto l'istinto di proteggerla, assicurandomi che stesse sempre bene e ora sembra che la mia attenzione nei suoi confronti non sia più voluta da lei. Siamo purtroppo anche in due classi diverse, ma ogni volta che la incontro nei corridoi cerco sempre di parlarci, anche se poi lei si limita a un saluto frettoloso con me. Inoltre, dalla scoperto del Supercomputer nella fabbrica dismessa si era fatta ancora più chiusa e schiva nei miei confronti. Non sono stata l'unica a notarlo però. Dopo aver accesso quello strano computer quantistico aveva fatto la sua comparsa un uomo, un nuovo professore di scienze di nome Jeremy Belpois. Non erano passati moli giorni prima che scoprii che lui era collegato alla Fabbrica e al suo segreto, in quanto è venuto lui da me accusando me e mia sorella di aver violato un posto in cui non eravamo autorizzate ad andare. Non immaginavo ancora il perché finché lui non mi aveva mostrato il mondo che il Supercomputer custodiva. Ora a distanza di mesi lui mi ha reso partecipe di una spiacevole ipotesi: la possibilità che non ria tornato a vivere solo il mondo di Lyoko, ma anche la malvagia creatura che lui era certo di aver da ragazzino sconfitto.
    Non ho capito ancora tutto della storia, lui si era limitata a farmi un riassunto sintetico, ma fondamentalmente credeva che l'intelligenza artificiale che già una volta nella sua adolescenza aveva minacciato il mondo fosse tornata, riportata in vita in qualche modo. Non avevo le conoscenze per credere se fosse possibile o meno, ma sembrava comunque una brutta situazione in cui mi sono fatta coinvolgere involontariamente. E, insieme a me, anche mia sorella. Ho preferito non parlagli per ora degli strani comportamenti di Kira, già ho dovuto convincerlo che lei non avrebbe parlato e che doveva starne fuori. Ma il professor Belpois risulta essere sempre diffidente nei confronti di chiunque non comprenda la sua cerchia di vecchia amici del Kadic e di sua moglie, donna fantastica e molto più simpatica di lui a mio parere.
    Durante le lezioni di quel giorno avevo rimuginato su come affrontare Kira apertamente, quella nostra situazione fredda e distaccata non mi piaceva, e io rivolevo mia sorella. Quando aveva cominciato a essere così? Come ho fatto a non rendermi conto di qualunque cosa stesse passando per arrivare a questo punto? Forse i miei hanno ragione, forse è solo una fase e poi lei non ha avuto l'infanzia che ho avuto io, in quanto non era stata abbandonata sugli scalini dell'istituto come me, ma aveva vissuto un breve periodo con quella che biologicamente parlando era sua madre, ma moralmente non si poteva considerare tale.
    Dopo le lezioni, prima di pranzo, avevo provato a cercarla nei corridoi o in palestra, addirittura nella stanza ricreativa. Non l'avevo trovata, e in mensa una volta entrata nemmeno c'era. Dove si era cacciata? Spero soltanto non decida di saltare il pranzo solo per evitarmi. Io dal canto mio come tutti presi un vassoio che la donna della mensa mi riempì con il menù del giorno e poi camminai fra i tavoli. Non avevo ancora fatto chissà che amicizia, insolito per me, ma ero stata talmente concentrata sugli ultimi sviluppi della vita mia e di Kira, che non avevo minimamente pensato a farmi degli amici. Nei tavoli vedevo assembrati die gruppi, l'idea di mettermi in mezzo a uno di essi senza preavviso bastò a farmi decidere di cercare un tavolo vuoto e sedermi da sola. Almeno finché non vidi che anche un'altra ragazza era sola; aveva i capelli lunghi neri, occhi chiari che risaltavano dallo scuro della chioma e dei suoi vestiti. Al contrario mio, che invece raramente indossavo vestiti di tonalità così cupe. Mi ricordava vagamente Kira, anche lei amava quel genere si abbigliamento. Mi avvicinai cauta, accennando un sorriso gentile appena gli fui di fronte. "E' libero? Ti dispiace se mi siedo qui. " In parte però temevo che la mia presenza non fosse gradita, e che l'avessi disturbata. "Il fatto è che qui sembrano già tutti amici fra di loro e io odio entrare dopo che si sono formati dei gruppetti. Ma se preferisci che ti lascio tranquilla lo faccio, mi siederò altrove."
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