The Devil doesn't come in a red cape and pointed horns

XANA & KITSUNE | 15 OTTOBRE 2020 | RESIDENZE UNIVERSITARIE

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  1. QueenNorin
     
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    Lui era ben consapevole che le uniche leve che con la ragazza funzionavano erano i mezzi che lui le avrebbe fornito per scagionare il fratello ingiustamente condannato. Gli umani avevano questa peculiarità di creare legami tra di loro che sotto certi aspetti li rendevano forti e per lui invece li rendeva manipolabili. E’ vero, molti sono esseri dallo spirito egoistico molto sviluppato, ma anche in quel caso fattori come l’avidità, la gloria dando denaro e potere o altro come ricompensa permettevano a XANA di renderli strumenti nelle sue mani. Anche la ragazza lo era, e forse lei credeva forse l’inverso, che era lui il suo strumento, ma se c’è qualcosa che il suo passato gli ha segnato è che lui non tollera essere la pedina di nessuno, poiché per lui quegli esseri che già una volta l’avevano sconfitto dovevano tutti a lui sottostare. Però non era solo la promessa del fratello libero a pendere come un amo dalle labbra della giovane, l’altra esca lanciata da lui era la chiave per mondo come Lyoko, mondi in cui lei poteva dettare le sue leggi e creare la sua realtà perfetta. Infondo XANA possedeva già delle repliche situate all'interno di vari supercomputer nascosti nel mondo, per lui una volta conquistato Lyoko e trovata l’arma iniziale di Hopper, non sarebbe stato un gran sacrificio cedere uno dei suoi mondi a lei. Rimaneva solo di occuparsi della spina nel fianco che era tornata a premere metaforicamente sulla schiena dell’essere artificiale: la banda cresciuta dei guerrieri di Lyoko, in particolare Jeremie Belpois era il tallone d'Achille di cui si doveva sbarazzare. Osservò la ragazza mentre compiva un gesto suo caratteristico, e cioè mordersi il labbro in un momento di riflessione che avvenne successivamente alle parole da lui pronunciate. Era piccola di statura in confronto a lui, una graziosa bambola come quelle di porcellana. I lineamenti asiatici gli fecero pensare alla giapponese del gruppo che lo perseguitava, seppur lei di una nazionalità differente dalla ragazza che aveva di fronte. Gli umani erano così vari e diversi fra loro, ma alla fine avevano tutti la medesima struttura e lui trovava nella complessità del corpo umano un numero impressionante di difetti che li rendeva una razza imperfetta e incompleta, una razza da sottomettere ad ogni costo.
    « Sai benissimo cosa voglio Xana, risparmia lusinghe e contentini per i tuoi sottoposti » seguì i movimenti di lei mentre si dirigeva alla cucina, raggiungendola subito dopo mentre lei tirava fuori un bollitore. « Vuoi un te o qualcosa da bere? »
    “Temo di dover rifiutare, ma grazie del pensiero” disse calmo mentre la osservava nel prepararsi per lei la bevanda calda. Poi lei si voltò verso di lui, con lo sguardo che non lasciava dubbi a ciò che pensava. « Quale sarebbe l’ostacolo? »
    “Un sotto programma a cui non è possibile avere accesso se non attraverso la console del Supercomputer, bisogna fisicamente sabotarlo per permettermi di avere libero accesso a Lyoko e iniziare a cercare ciò che mi serve. Si, potrei essere io stesso ad andare alla console con il mio attuale corpo, ma vedi purtroppo questo programma riconosce la mia firma digitale.” Alzò una delle mani e sul palmo comparve il suo simbolo, i cerchi concentrici con tre linee che come gambe partivano dalla parte inferiore. “Se mi avvicino, il programma rilascerà un malware per me dannoso, non mi ucciderà, ma farà comunque danni alla mia struttura. E inoltre metterà in allarme ulteriormente colui che già una volta ha cercato di distruggermi.” A quel punto, seppur lontano dalla scrivania della ragazza, riuscì ad accendere il suo portatile, facendo comparire una pagina con l’immagine di un uomo biondo e con gli occhiali dalla montatura semplice e scura. La foto era stata presa da un articolo di una rivista scientifica. “Jeremie Belpois è un esperto del Supercomputer della Fabbrica, lo conosce perfettamente, perciò se dovrai aiutarmi, dovrai far sì che le tue tracce non possano essere da lui scovate. Ma in questo sarò anch’io a darti una mano, una volta fatto a pezzi il programma di blocco.” Si prese una breve pausa prima di annusare l’aria, riempita dall’odore dello strano infuso che la ragazza aveva messo nella sua tazza. “Ha un odore particolare la tua bevanda.” Non era il momento di discorsi insulsi, ma quel momento diede uno stacco a ciò che avrebbe poi detto. “La Fabbrica , purché abbandonata , non ha un accesso facile. Userò i miei sottoposti per creare un diversivo tale che tu possa riuscire ad entrare, ti fornirò un oggetto che comprometterà le telecamere installate in giro per la struttura dei miei nemici. La tua presenza in quel posto dovrà essere come quella di un fantasma. Dovrà essere come se tu non avessi mai varcato il laboratorio." Si allontanò da lei per andare verso il computer, scrutando con odio il volto del ragazzino cresciuto che già una volta aveva rovinato i suoi piani.
    X.A.N.A.

    "
    Deep into that darkness peering, long I stood there, wondering, fearing, doubting, dreaming dreams no mortal ever dared to dream before. (Edgar Allan Poe)
    "

    leader XANA Warrior
    50 y.o. ( apparenti )

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6 replies since 23/10/2020, 21:48   154 views
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